Giorgio Perinetti al Panathlon Club di Terni

Si è parlato del calcio italiano dopo i mondiali in Brasile, rimedi e prospettive nella conviviale organizzata dal Panathlon club di Terni. Ospite della serata Giorgio Perinetti, decano dei direttori sportivi che ha avuto un ruolo di spicco in molte società di serie A e B, ricordiamo Roma, Juventus, Siena, Napoli, Palermo e Bari oltre a far parte del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Direttori Sportivi. “Nonostante il disastro in Brasile abbiamo una lunga tradizione calcistica con ben quattro mondiali all’attivo, ha esordito Perinetti. La situazione è delicata, non ho molti spiragli di ottimismo, ma se non analizziamo il passato di sicuro non si può affrontare il futuro. Negli anni ’90 non abbiamo colto l’occasione di fare stadi nuovi, li abbiamo solo ristrutturati, ma sono rimasti sempre obsoleti, vecchi e mal frequentati, inadeguati agli standard europei. Il secondo grande problema è l’aver incamerato i diritti televisivi: da quel momento ci siamo occupati solo di come dividere questi soldi tra le società, senza preoccuparci di come portare gente allo stadio, ma solo di come inchiodare una intera famiglia davanti alla tv, comodamente in salotto, ma senza partecipazione attiva del telespettatore. Questi soldi incassati però, ha proseguito Giorgio Perinetti, non sono stati investiti in progetti, ma li abbiamo sperperati con gli ingaggi stratosferici per calciatori e di conseguenza procuratori, continuando ad aumentare il deficit. Quindi i soldi finiscono nelle tasche di calciatori e procuratori e non vengono reimmessi nel sistema. Un sistema che si è involuto da solo, un cane che si morde la coda… Risultato: crisi economica con un calcio incasinato, con presidenti che non possono più immettere soldi delle loro aziende nelle squadre di calcio. Altra problematica è quella che non si investe più nei settori giovanili, quindi si va all’estero con normative molto più semplici per acquistare giocatori. Il nostro calcio ha perso appeal, afferma Perinetti, i giocatori più bravi decidono di andare a giocare all’estero e qui rimane un calcio che con l’Italia non ha più niente a che vedere. Occorre ora un programma serio e che i dirigenti mettano mano con delle normative, serve fare un lavoro a livello giovanile con centri di formazione. Dobbiamo assolutamente rilanciare i nostri vivai, abbiamo ragazzi bravi, ma è inutile avere degli ottimi allenatori se poi arrivano giocatori scarsi. Il calcio poi è una grande passione, dobbiamo ritrovare l’essenza di questa profonda passione, tornando ad andare allo stadio con le famiglie. Il calcio deve tornare ad essere un gioco e va gestita anche la cultura della sconfitta per tornare a divertirsi con la palla come quando eravamo bambini!” Conclude così il decano dei direttori sportivi Perinetti la bella serata trascorsa dai soci panathleti ternani. Soddisfatto il presidente Massimo Carignani, sempre attivo sul fronte della promozione sportiva nel nostro territorio. A breve il Panathlon sarà protagonista di due service: il 20 novembre nel Carcere di vocabolo Sabbione per l’incontro finale con gli ospiti della casa circondariale allenati da Masiello e Nicolini; il 26 novembre con il quadrangolare di calcio in memoria di un ragazzo scomparso in un incidente stradale.

Ufficio stampa
Daniela De Benedictis

novembre 3, 2014

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